Siamo certi che, almeno una volta nella vita, tu abbia sentito parlare di remarketing. Per remarketing si intende una tecnica che viene utilizzata per “colpire” di nuovo gli utenti che hanno già mostrato interesse per il tuo prodotto o servizio attraverso l’aggiunta al carrello, la richiesta di informazioni oppure, semplicemente, una visita prolungata di una pagina specifica. Nelle prossime righe, abbiamo deciso di mostrarti alcuni degli aspetti più interessanti di questa tecnica.

Remarketing: significato e definizione

Per remarketing si intende una strategia pubblicitaria finalizzata a mostrare inserzioni e annunci pubblicitari ad utenti che hanno già interagito con il tuo business.

Con lo strumento del remarketing dinamico è possibile proporre all’utente gli stessi prodotti e servizi che ha già visualizzato per farli riprendere immediatamente il processo di acquisto. Il remarketing è reso possibile attraverso i cosiddetti codici di monitoraggio, come quelli forniti tramite il pixel di Facebook oppure il track code di Google Ads.

E’ importante sottolineare come ci siano delle differenze tra remarketing e retargeting. Il primo approccio utilizza delle campagne di e-mail marketing, mentre il secondo adopera strumenti come il display advertising.

Come fare remarketing su Google

Uno dei passi più interessanti da compiere per fare remarketing è quello di sfruttare il potenziale di Google Ads. Per prima cosa, sarà necessario stabilire gli elenchi di remarketing attraverso il codice di tracciamento di Google Ads. Gli elenchi potranno essere utilizzati in campagne sulla rete display o sulla rete ricerca.

Il remarketing può essere sfruttato anche facendo affidamento alle campagne shopping intelligenti che dedicheranno una parte del budget al remarketing dinamico mostrando prodotti specifici agli utenti che hanno già interagito con il tuo sito web.

Come fare remarketing su Facebook e Instagram

Il retargeting può essere applicato anche a piattaforme come Facebook e Instagram. Anche in questo caso, sarà necessario integrare nel tuo sito web un codice di tracciamento che viene identificato come Pixel di Facebook.

Successivamente, per “colpire” determinati utenti, sarà necessario creare un pubblico personalizzato che può essere riempito da utenti che hanno già visitato il tuo sito web, che hanno visualizzato una certa categoria di prodotti, che hanno aggiunto un prodotto al carrello, che hanno abbandonato il check-out e tanto altro.

Un altro aspetto importante è che potrai specificare anche l’intervallo di tempo entro cui queste azioni sono state svolte. Per esempio, una buona idea è quella di includere utenti “più freschi” e più propensi a completare una determinata azione.

Come fare remarketing con e-mail

Fare remarketing con l’e-mail marketing è un grande classico. Ci sono numerosi modi per farlo ma, senza dubbio, uno dei migliori riguarda il recupero di carrelli abbandonati. Questa strategia si basa sull’invio di una e-mail all’utente per convincerlo a completare l’azione. Devi sapere che circa il 70% dei carrelli viene abbandonato e l’obiettivo di un’azienda è ridurre quanto più possibile questa percentuale contribuendo ad aumentare il tasso di conversione complessivo.

Per massimizzare i risultati di questa strategia, una buona idea è quella di fare leva su scarsità e urgenza oppure attraverso promozioni lampo.

Consigli per un remarketing efficace

Qualunque approccio tu abbia deciso di scegliere, ci sono dei consigli generali che potrai applicare per rendere il tuo remarketing più efficace.

In primo luogo, devi essere in grado di “colpire” gli utenti veramente interessati al tuo prodotto o servizio attraverso una fase di prospecting accurata. Successivamente, è importante ottimizzare la landing page in maniera tale da rendere quanto più semplice possibile all’utente il completamento della conversione.

Quando si usa una strategia di remarketing è importante monitorare il ROI analizzando metriche come il costo per click, il costo per acquisizione e il costo per conversione. Infine, è fondamentale tenere conto del tempo necessario affinché una conversione avvenga. Generalmente, trascorsi 7 giorni è improbabile che le persone decidano di proseguire con un check-out. Tuttavia, bisogna far attenzione a non generalizzare: il discorso è differente in base al settore in cui il tuo business opera.

Inizia applicando queste strategie che hai appena letto e prosegui contattaci per un preventivo gratuito. Il percorso di crescita del tuo business inizia da qui.

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